Inseparabile compagna di una vita per Dalia è la sua macchina da scrivere portatile, un’Olivetti rossa, comprata per corrispondenza quando era ancora una ragazzina che doveva sbarcare il lunario per sé e per il padre – supponente impresario abbandonato anche dalla moglie e ormai caduto in disgrazia – prestando servizio come dattilografa in un piccolo comune della metropoli di Torino.
Adesso che Dalia è anziana e reduce da un ictus, la sua memoria vacilla e l’unico modo per recuperare i molti ricordi di una vita è battere sui tasti di quella vecchia macchina da scrivere. Dalia lo fa ad occhi chiusi, affidandosi solo alla sensibilità dei suoi polpastrelli, ispirata da una presenza che non riesce a definire ma che continua a guidarla attraverso il difficile percorso di ricostruzione degli eventi. Lentamente, rianimata da quella battitura incessante, la vita di Dalia torna in superficie, insieme a quanti hanno avuto significato nella sua esistenza, il padre, la domestica, affettuosa più di una madre, i compagni di giochi dell’infanzia, la migliore amica e gli amori. Tornano gli anni terribili della Seconda guerra mondiale e gli espedienti per sopravvivere, eppure, a Dalia ancora manca un ricordo importante, un avvenimento più recente di cui lei però non rammenta nulla, su cui dovrà far luce attraverso la scrittura e gli indizi disseminati tra la casa e il negozio di antiquariato che ha messo su negli anni.
Desy Icardi scrive una storia ben tornita, alternando il tempo presente – dove un’efficace narrazione in seconda persona singolare sembra sia riprodurre la voce della coscienza della protagonista sia rivolgersi direttamente al lettore – al tempo passato, quello di Dalia poco più che ragazzina. La trama, piacevolmente articolata e densa di avvenimenti, scorre con forza dentro agli argini che Icardi magistralmente definisce: riferimenti ad un passato storico ancora tangibile su cui insistono pochi, vividi personaggi che illuminano la scena, colti riferimenti letterari che cesellano il racconto, e Torino e la sua provincia a far da sfondo.
Appassionata, sostanziosa e suggestiva “La ragazza con la macchina da scrivere” è una storia che riconosce nella scrittura la capacità di attraversare il tempo battendolo sui tasti di una vecchia Olivetti MPi rossa fino ad arrivare alla resa fisica dell’idea, del fluire dei pensieri, sulla carta, tramite un processo che si può, e che è bello, toccare.

Ciao! Arrivo qui per la prima volta sulla scia di qualche tweet. Questa storia mi ha molto appassionata: le pagine sono scivolate via con tanta velocità che ho sentito subito la nostalgia di Dalia e della sua Olivetti rossa. Hai letto anche il precedente romanzo di Desy Icardi, “L’annusatrice di libri”? 🙂
Ciao Athenae, questo è il primo di Desy che leggo ed è stata una piacevole sorpresa. Sono felice tu sia approdata fino a qui. Un caro abbraccio e alla prossima lettura!