QUALCOSA NELLA NEBBIA – Roberto Camurri

Che bella questa Fabbrico rovesciata, un mondo parallelo fatto di nebbia, ossessioni e incubi. Un posto dove niente è come sembra e i fantasmi infestano i corpi oltre che le case.

Non c’è spazio per le tregue nel nuovo romanzo di Camurri, così come è nella vita.
Chi di noi veramente smette mai di pensare o di ossessionarsi? Il tempo diventa relativo quando si misura con la rabbia e gli insuccessi, si trasforma in una nebbia fitta, e copre angoli pericolosi di cui si ignorava l’esistenza.

La Fabbrico di Camurri è un paesone fatto di porte sbarrate, case infestate, vite interrotte e maledette. E questo romanzo è tutto una corsa verso la bocca dell’inferno che il paese e i suoi abitanti nascondono.

Camurri fa ruotare la storia attorno a tre personaggi e, fino alla fine, restiamo in dubbio rispetto a cosa li leghi. Eppure li vediamo impazzire, preda della loro rabbia e delle loro delusioni, e capiamo che almeno in superficie quello che hanno in comune è assolutamente evidente.

È la paura a serpeggiare, forse l’intuizione della pazzia, di quel che la produce, di come si trasforma e di come resti acquattata negli angoli anonimi e nelle stradine di quartiere.

Non vi svelo di più, non sarebbe giusto, QUALCOSA NELLA NEBBIA è una storia che corre velocissima e, quando colpisce, avvelena.

Penso che in questa storia, così cattiva e ribollente, Camurri non abbia sbagliato neppure una virgola.
Cosa che non si può dire spesso di un romanzo.