“Quando mi consegnarono l’abito da sposa, il tempo minacciava tempesta”
Inizia così il romanzo di Eleonora Sottili pubblicato da Einaudi, con un’alluvione che sconvolge il territorio ligure e le vite che lo abitano.
Agata, promessa sposa di Giacomo, alla vigilia delle nozze vive ancora con la madre e la nonna in una casa piena di cose, ricordi e parole mai dette. L’esondazione del fiume Magra è l’evento drammatico che travolge tutto, persone, ponti, strade, abitazioni, e che sospingerà Agata nella riconsiderazione di se stessa e delle donne della sua famiglia.
Mentre tutti fuggono dalle case ormai pericolanti, Agata, Fulvia e Graziella rimangono nella loro, ancora agibile ai piani superiori, fanno scorta dai piani alluvionati di libri, cibo e scatole di ricordi e rimangono in attesa, senza elettricità o acqua corrente che il peggio passi. In questo isolamento, interrotto soltanto da qualche passaggio della protezione civile, le tre donne raggiungono un’intimità inaspettata che diventa occasione per raccontarsi attraverso gli oggetti più amati: una vecchia edizione de “L’isola del tesoro”, la chiave usurata di una camera d’albergo, il vestito per la cerimonia abbandonato in un angolo. Isolate, raccolgono i pomodori dall’orto di casa con un retino da pesca, si agghindano con vecchi vestiti trovati in un baule trasportato dalla corrente, parlano della sopravvivenza in tempo di guerra, si scherniscono con silenzi e frasi lapidarie per ritrovarsi nelle azioni più semplici e nei segreti mai confessati.
Partendo da pochi, intensi, indizi, Eleonora Sottili ripercorre rapida i momenti salienti di tre generazioni, in un inno alla libertà di esistere e di essere, e svela il fascino di una donna appena affacciatasi all’età adulta che, ceduta ogni resistenza, argine che si sgretola a contatto con la corrente, ammette a se stessa di aver vissuto fino ad allora una vita parallela, mimando una realtà che mai ha avuto il coraggio di mettere in pratica, celandosi dietro l’apparenza di una solidità che non convince, con un uomo che ama e che però non è in grado di assecondare la sua natura nascosta.
In questa casa, immobile al centro dell’alluvione, Agata è in movimento continuo preda della corrente che origina dalla sua indole più profonda e che la trascina di casa in casa attraverso una passione che diventa segno distintivo della sua famiglia fino all’epilogo che spiazza perché, quando l’acqua si riassorbe, ogni cosa torna ad emergere con la prepotenza che le è necessaria.

Devi accedere per postare un commento.