Lei che non tocca mai terra – Andrea Donaera

Quella di Donaera è una Puglia onirica, sanguinaria, superstiziosa e folle, cristallizzata dentro al coma di Miriam, sospesa tra le ossessioni di Andrea, decentrata negli occhi di Papa Nanni, il santone del paese. È tra queste pieghe oscure e tumultuose, così arcaiche e potenti, così tragicamente retrograde, che si consuma una storia dolceamara di amore e morte, di sonno lucido e veglia allucinata, un lungo addio in prosa di dylandoghiana memoria. Noi non sappiamo cosa sia accaduto esattamente, perché le danze si aprono in medias res, sappiamo però che Miriam, che non riesce a svegliarsi, ripercorre gli attimi brucianti della sua vita, situazioni di ordinario orrore familiare che la privano di ogni desiderio, tranne quello di morire. E sappiamo che a dialogare idealmente con lei sono in tanti, ma tra tutte, è la voce di Andrea quella che spicca. Andrea che ne è innamorato, Andrea che ne è ossessionato, Andrea che rimane imbambolato e si perde dentro alle farneticazioni di un macabro guru di paese. Un esorcista, convinto che Miriam sia l’incarnazione del Male.

Nonostante l’ordito di Donaera sia articolato in più voci, è il dialogo tra Miriam e Andrea a portare su di sé il peso di una trama complessa, che si incaglia nelle contraddizioni adolescenziali dei protagonisti, che naufraga senza rimedio nel ristretto campo visivo degli adulti. Adulti che stuccano, che ci infastidiscono per la mancanza di profondità e consapevolezza, che ci inorridiscono perché sono già morti, tutti quanti, e imputridiscono nell’imbarazzo di certi ragionamenti spinti al limite del ridicolo, ristagnando dentro un’assenza ignobile, colpevoli di una complicità che condanna e uccide.

Cosa può fare Miriam – una Miriam che a mezzanotte non si sveglia, perché dentro quella mezzanotte ci si è persa – se non urlare il suo dolore attraverso la surreale dimensione del sogno? Lei, che dal suo coma finalmente vede con chiarezza, che respinge il mondo nella sua forma più brutale e ossessiva, che lo condanna e allo stesso tempo lo attrae con una forza seduttiva irrisolta, può veramente aspettarsi ancora qualcosa da qualcuno?

L’amicizia, l’amore vero e quello genitoriale assumono allora le sembianze di baci avvelenati sulle labbra di una bella addormentata ancora bambina, e ci confondono, mentre sullo sfondo si dimena e avanza una bestia richiamata dal tormentoso ritmo del tamburello.