La gente non esiste – Paolo Zardi

E’ una raccolta di racconti potente questa di Zardi. Non ce n’è uno che non affondi un bersaglio nel lettore. La malattia, la diversità, l’emarginazione, il tempo che passa, la morte, l’amore sono tutti nuclei incandescenti intorno a cui crescono le storie che l’autore racconta rapido, alla velocità di un frutto che matura svelto sotto i nostri occhi. Zardi disegna i tratti del paradiso e dell’inferno su questa terra in mezzo non alla gente, che non esiste, ma agli individui.
Eccellente nella realizzazione di racconti brevi, il suo stile di arriva fulmineo e si concentra sul culmine delle vicende di cui narra, accendendo il lampo del flash con precisione e spietatezza sull’obiettivo, eco non così lontana di quella luce nella finestra da cui Carver spiava l’umanità tutta.

Voragini di alienazione e ardore compongono frasi che vogliono essere indelebili, marcando il passo di uomini e donne che rappresentano ognuno di noi e che, lontane dalla purezza e dalla perfezione ideali, sublimano la realtà di giorni a caso e trasferiscono il cielo in terra, senza afflosciarsi su inutili edulcorazioni e ci ricordano che i Donnie Darko, o i Losers siamo noi.

 

“Odio le città che sanno di essere belle: come te. […] Qui tutto vive e tutto muore in un’estate, e l’amore arde dello stesso fuoco”

 

La vita che passa attraverso la “gente” di Zardi è perfetta perché sporca, masticata, usurpata e pretesa, questa vita stropicciata che per forza ci appartiene da quando, candidi, ci hanno posato sulla superficie del mondo.

 

 

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