La vita in più – Fabio Rizzoli

Davanti a ciò che più di tutto aveva desiderato per mesi – la morte – Fabio si racconta. Depresso, impossibile da guarire, sta perdendo tutto, anche l’amore. Ma la depressione non la puoi decidere, quella ti si incolla addosso e non se ne va più, inizia a scavarti dentro con una pala e ti svuota e di te non rimane niente, o quasi, gusci vuoti che rimangono nel letto con troppo dolore addosso per cambiare la loro situazione.

Un mal di schiena insistente, scambiato per una lombalgia, convince  Fabio a sostenere una serie d’esami che purtroppo non darà esito positivo; ed è qui che per lui inizia il periodo più bello della sua vita.

Basato su una storia autobiografica, La vita in più, è tutt’altro che un romanzo retorico o che tenta di impietosire il lettore, è invece un romanzo forte, schietto, raccontato da un uomo che non ha paura di niente perché dalla vita non ha, a suo giudizio, più niente da perdere. Ed è così che prende forma tra le righe del romanzo la vita di Fabio, del bambino che è stato, delle sue amicizie da ragazzo, e delle le passioni adulte, anche quelle sporche, anche quelle strane, tutta quella confusione di cose, messa dentro a un bagaglio enorme,  fa la vita d’un uomo, e Rizzoli trova occasione di raccontarlo proprio in queste settimane di degenza ospedaliera, scrivendo con le sue cartelle cliniche alla mano.

Il libro è più che piacevole, scorre veloce, come quando ci si diverte, l’ombra della Nera Signora non si percepisce a meno che non venga menzionata direttamente, ma il cambiamento quello sì, si sente. A Fabio sta succedendo qualcosa che lui definisce bellissimo, si prepara sorprese, si fa coccolare, torna forse ad un periodo che viene spesso dimenticato ma di cui si ha un bisogno estremo, l’infanzia, l’adolescenza. Torna ad essere qualcosa di dimenticato, torna un sorriso, non torna uno scopo se non quello di essere felice.

Questi trentasei giorni non si sa dove lo porteranno, ma qui, è veramente il caso di dirlo, ci incuriosisce più la storia – irresistibile – che il finale.