Richard Brautigan era il più classico tra gli scrittori della generazione hippie. Quasi profeticamente condivise la stessa età e la stessa prematura morte di Raymond Carver.
Con Ray, Dick aveva in comune anche l’istinto per l’essenziale da cui scaturiscono le storie, la scrittura piena di chi riesce a condensare la maggiore intensità possibile dentro ad un necessario inviolato, le parole che aprono punti di luce dove la realtà è stata incisa. Sono convinta che una parte di questa forza letteraria derivasse dall’attitudine poetica che sosteneva entrambi.
IL BACIO FANTASMA, la prima graphic novel pubblicata da Mattioli1885, ripercorre la giovinezza di Brautigan partendo proprio dalla sua raccolta di poesie, le prime prove letterarie con cui si cimentò, aggrappato ad una vecchia macchina da scrivere che poco dopo dovette vendere per qualche dollaro con cui sfamarsi.
Filippo Golia l’ha perfettamente sceneggiata e Marco Petrella le ha dato la veste grafica più giusta, con ampi riquadri che riprendono lo stile di Brautigan, materico, nudo, luminoso e, allo stesso tempo, rievocano l’universalità chiara della sua poetica.
Era figlio di genitori separati, Dick, di una madre problematica che lo ignorava, forse addirittura lo detestava. Attraversò un’infanzia di miseria, arrivando a farsi arrestare pur di mettere qualcosa sotto i denti. Visse però anche l’estrema libertà che, a volte, l’abbandono porta con sé: giorni interi passati tra le foreste dell’Oregon a pescare, ripararsi dalla pioggia sotto le frasche, ascoltare i racconti degli anziani – un orecchio teso verso un passato trasfigurato e un piede in un presente ammalato.
Fu scoperto come scrittore quasi per caso, e iniziò a pubblicare a San Francisco. Kurt Vonnegut lo segnalò ai suoi studenti come uno tra gli autori più interessanti di quel periodo e, in poco tempo, ottenne l’ascolto che meritava.
Nel 1984, dopo almeno un mese dalla sua morte, un amico lo trovò riverso sul pavimento della sua casa a Bolinas, in California, davanti ad una finestra che si affacciava sull’oceano, di fianco all’arma con cui si era sparato.
La sua esistenza rimase inafferrabile, come la sua arte.
E però, secondo me, Petrella e Golia un po’ riescono a catturarlo Dick, e ce ne fanno dono. Non so se conoscete Brautigan per i suoi lavori – che spettacolo miracoloso è American Dust? Il dramma di un’America persa tra hamburger e proiettili trattato con la grazia indissolubile della parola esatta –, in ogni caso IL BACIO FANTASMA aggiunge qualcosa di importante per chi volesse andare più a fondo e provare a sfiorare quel suo mondo, anche solo per un attimo.


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