Emarginati – Susan M. Papp

Quello che resta quando il mondo si mette di mezzo.

Emarginati è la ricostruzione toccante della storia d’amore tra Tibor Schroeder e Hedy Weisz. Lei ebrea, lui cristiano, furono costretti a nascondere il loro legame in seguito alla proclamazione delle leggi antirazziali nel 1942. A raccontare la loro storia è Susan M. Papp, già scrittrice, regista e produttrice, a cui capitò di imbattersi nell’emozionante e drammatica storia d’amore del cognato, Tibor per l’appunto, e che basandosi sui suoi scritti e sui diari della suocera Karola, decise di indagare un doloroso pezzo di storia, illuminato, tuttavia, dalla solidità di un amore che, sfidando la paura e l’orrore, sopravvisse, nascosto tra le pagine del tempo, allo sterminio e all’oblio.

Il romanzo si articola in capitoli – suddivisi per anni – che preparano gradualmente all’avvento dell’antisemitismo e, pur mantenendo la forma scorrevole del romanzo, intrecciano fitti, fatti storici e vicende personali. Il resoconto dell’autrice è particolarmente preciso e completo, corredato da fotografie d’archivio che danno un volto ai protagonisti della vicenda, avvicinandoli al lettore, interlocutore lontano di un passato che si incarna in quelle espressioni.

Il precipitare da una condizione di benessere economico e culturale in cui sia la famiglia di Tibor che quella di Hedy si muovevano – lui ingegnere, lei segretaria presso lo studio di lui – alla condizione di reietti, minacciati da insulti sempre più barbari a causa dell’oltraggio che il loro amore proibito procurava alla morale pubblica, è descritto con l’accuratezza e il rispetto che si devono ai fatti importanti, al coraggio che si oppone all’orrore, all’eroismo di due fratelli che fino all’ultimo tranquillizzano la più piccola di casa, Icuka, dodici anni appena, strappata alla vita e deportata su macabro treno fino ad Auschwitz.

Susan M. Papp racconta la discesa irrefrenabile nell’incubo e la vita che strenua le si getta addosso nelle sembianze di un addio disperato tra i due amanti perché Hedy, a cui verrà offerta la possibilità di salvarsi, non potrà mai abbandonare la sua famiglia, neppure davanti alla certezza di un destino agghiacciante. Non avranno scampo, ma avranno lei.

Di cosa sia sopravvissuto a quegli anni ci si chiede in abbondanza leggendo il romanzo e più volte ci si può rispondere: la speranza, affidata al ricordo, l’amore, consegnato ad alcune lettere senza risposta, il futuro, lanciato oltre le macerie di un passato che non è perduto, soltanto rimandato.

“La vita non è che un attimo, le nostre vite non sono che un bacio”