“Manuale d investigazione” di Jedediah Berry è esattamente ciò che state cercando se vi piacciono i gialli mistery, la buona, anzi ottima, scrittura e le trame intricate in cui perdervi, ritrovare il bandolo della matassa e riuscire a venire a capo dell’enigma.
Lo dico subito: è un libro che assorbirà completamente la vostra attenzione mettendola alla prova, stimolandola continuamente, disseminando ad ogni riga indizi e notevoli quantità di informazioni che, se vorrete proseguire nell’avventura, dovrete fare vostri.
La storia si svolge sotto un cielo grigio, carico di pioggia. Al Signor Unwin, semplice impiegato di un’agenzia investigativa, viene affidato un manuale, il manuale che stiamo leggendo adesso, il manuale d’investigazione; seguendone i precetti egli dovrà risolvere il caso della scomparsa del detective per cui, fino ad allora, aveva sempre lavorato.
Non si tratta di un compito facile, Chrales Unwin non sa cosa significhi fare il detective, non possiede altra arma se non un ombrello, e si sposta sotto l’acqua torrenziale soltanto grazie ad una bicicletta, condannando così i propri calzini a rimanere perennemente inzuppati di pioggia.
Sulla sua strada incontrerà una miriade di personaggi “Burtoniani”: un’assistente narcolettica, un’ipnotizzatrice dal passato oscuro, un ventriloquo assetato di potere, lo smemorato custode di un vecchio museo, uno strano personaggio dalla barbetta bionda che sembra battere a macchina i suoi pensieri e altre figure dalle tinte misteriose che riempiranno di invitanti dettagli lo scenario surreale in cui il lettore è stato calato ed inizia a prendere confidenza.
Ormai la pioggia batte su ogni cosa e i misteri si moltiplicano, si infittiscono: chi è l’uomo più vecchio mai assassinato, perchè ha un’otturazione d’oro? Dov’è finito l’ultimo capitolo del manuale e perché tutte le sveglie della città sono state accatastate per finire in fondo all’oceano? Come mai gli abitanti sembrano vagare per le strade in preda ad uno stato di semi-incoscienza? E cosa ha a che fare un vecchio Luna Park in disuso con la scomparsa del detective Sivart?
La carne al fuoco è tanta e il divertimento è assicurato.
La scrittura di Berry è minuziosa, a tratti sofisticata, carica di fatti, proprio come deve essere quella di un buon giallo, ma la caratteristica che distingue questo libro da tutti gli altri è che è concepito come se fosse costituito da una serie di sogni.
Una visione che si inserisce in una visione più grande, una spirale di surrealtà di cui non si intravede la fine, un muoversi saltando da un sogno all’altro, un cadere secondo diverse angolazioni in un mondo creato dalla fantasia dei diversi personaggi.
Seguendo i consigli del manuale, arriveremo, capitolo dopo capitolo, alla soluzione del mistero?
Beh, questo lascio che siate voi a scoprirlo, ma vi do un consiglio: cercate di tenere gli occhi aperti quando serve e, quando servirà, chiudeteli.
Sara Manfroni © Riproduzione riservata
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