Libro a me sconosciuto fino a pochi giorni fa, quando mi è stato caldamente consigliato, “La cena” di Herman Koch è uno di quei romanzi che non ti dimentichi, perché non te li aspetti.
Le tinte fosche la fanno da padrone su ogni singola scena che va a comporre una trama fittissima e dalle molte portate, come la cena che Michel, Claire, Serge e Babette stanno consumando in un esclusivo ristorante olandese.
Ci ritroviamo fin dall’inizio in una situazione alla “Carnage”, famoso ed intensissimo film di Roman Polanski, dove due coppie si incontrano per un appuntamento che ha tutte le caratteristiche per essere banale e che invece, mano a mano che ci addentriamo nella storia, si rivelerà essere tutt’altro, sfociando in battibecchi sempre più spregevoli, intervallati da occhiate di complicità tra coniugi, indice di segreti nascosti, aprendo del tutto lo scenario ad inesorabili ostilità familiari, fino al raggiungimento del punto di non ritorno, dove nulla potrà mai più essere come prima ma dove tutto verrà forzato perché appaia come normale e, anzi, giustificabile anche nella sua più cruda violenza.
Noi lettori ci muoviamo nello spazio di questa serata sfruttando l’onda dei pensieri di uno dei protagonisti, Michel e, fin dalle prime pagine, intuiamo che qualcosa in lui non è esattamente normale, non è esattamente morale: l’uomo, il padre di un ragazzino adolescente, sposato da sempre con la stessa donna – Claire -, fratello di un famoso personaggio politico olandese – Serge – , ci nasconde un lato oscuro, fatto di domande cui troveremo risposte repentine e di grande franchezza che colpiscono come una successione di dritti nello stomaco, in un crescendo di tensione che si stempererà solo alla fine del romanzo, cedendo il posto alla strana sensazione di aver assistito a qualcosa che non doveva accadere ma che non avremmo potuto comunque fermare perché, che diamine, mi pare ovvio! Noi siamo solo i lettori!
Tuttavia il giusto che proviamo nella lettura ci ha quasi fatto dimenticare il nostro unico ruolo di spettatori, e il libro ci assorbe talmente tanto che non possiamo fare a meno di leggere, leggere e leggere, sempre più impazienti di arrivare alla conclusione, per sapere.
Il tema trattato, dagli antipasti alla mancia al cameriere, è sconvolgente per la sua grande attualità e per la forte possibilità che ciò che ha scatenato le reazioni di ognuno dei protagonisti possa essere sempre in agguato, vicino al compimento, e chissà che non si compia davvero più spesso di quanto non ci sia dato sapere.
Ovviamente tutto il racconto fa perno su questo avvenimento “segreto” che, per amor della lettura, non posso rivelare, altrimenti toglierei il gusto della pietanza al commensale, e noi siamo tutti invitati a cena.
Scrittura decisa, pulitissima e mai noiosa, personaggi carismatici e ottimamente disegnati, atmosfera che incombe, inesorabile e che avvinghia, stringendoci dentro a spire sempre più strette: cosa si può voler di più da un libro? Niente, ve lo dico io, e se vi fidate – fidatevi – questo è un libro imperdibile.
Devi accedere per postare un commento.