Certe strade a Venezia sono come un parco dei divertimenti quando è finita la festa. In certe altre il mondo sembra che stia per crollarti addosso, sorretto da colonne sghembe, alte poco più di un uomo. Altre vie ancora sono fatte solo di acqua, con palazzi altissimi che sorgono dalle increspature della laguna. I vicoli più interni sono come budelli che ti spingono verso la prima piazzetta, il primo ponticello di pietra, da cui la luce arriva e si ferma come un miracolo.
Eppure Venezia è una città ricamata, ed è impossibile resistere al fascino di un pizzo antico, con i suoi messaggi dipinti su pezzi d’intonaco che sembrano incollati ai muri e le maschere a sonagli appese ai baracchini disseminati ovunque. Le voci rimbombano, irrobustite dalle casse di risonanza dei vicoli, come quelle di orchi, di ladri, di assassini in attesa, e ti domandi come dovesse essere avventurarsi in quel labirinto alla sola luce di qualche fiaccola.
Sui canali si aprono ancora bottegucce, il commerciante, tutto imbacuccato, in piedi dietro ad un bancone in muratura, non ha lo spazio per sedersi, continua a servire, in pochi metri, decine di persone affastellate per comprargli la merce, spezie e frutta disidratata. Non è difficile immaginarsi la vita passata.
In mezzo a questo dedalo di vie e canali, la libreria Acqua Alta si scopre come un tesoro sepolto a cui gatti sornioni fanno la guardia fin dalla soglia. Questo forziere pieno di libri non è meno articolato della città che lo ospita.
Stretti corridoi da cui aggettano volumi si snodano in un percorso quasi obbligato verso cortili interni e piccoli affacci sul canale, con sedie, potroncine e tavolini dove sedersi ad osservare l’acqua e sfogliare il libro scelto.
I libri arrivano fino al soffitto, nascondono le persone, si mostrano in tutta la loro presenza scenica ai turisti che non posano le macchine fotografiche un secondo. Una libreria fatta di libri, zeppa di libri, fin nei suoi angoli più remoti.
“I libri portano in alto, seguili e vedrai oltre queste mura”, pare dirti la libreria.
La stessa libraia sembra uscita da un bel romanzo, occhiali grandi, occhi intelligenti e dolcezza istintiva, ha notato il capriccio che faceva la mia bambina e, in mezzo a tutta quella folla di visitatori, le si è rivolta con dolcezza, facendole accarezzare il gattino tigrato che dormiva vicino alla cassa, calmandola.
Una piccola magia, insomma, e proprio nel cuore di Venezia.
Venezia, incantatrice, città sospesa tra mille epoche, tra due mondi, aria e acqua, città dove ti è chiaro solo il presente, ha due facce: quella che ti mostra e quella che ti nasconde.
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