Dove tutto è a metà – Federico Zampaglione – Giacomo Gensini

 

 

Ci sono libri che hanno il ritmo nel sangue, Dove tutto è a metà oltre al ritmo ha qualcosa in più: ogni capitolo, infatti, porta il nome di una hit che si abbina allo stato d’animo di un personaggio o a qualcosa che gli accadrà all’interno di quella sezione e che, messo insieme ai titoli – hit – degli altri capitoli, alla fine compone una playlist.

Un inizio sicuramente alternativo e sicuramente rock che porta fin da subito una bella e divertente novità.

Ma ecco che al ritmo di Time is running out  dei Muse incontriamo il protagonista della storia, Lodo, attraente cantautore ventenne, leader del gruppo rock the Bangers, band che sta riscuotendo un buon successo di pubblico al Morrison, locale romano di tendenza.
Lodo è un personaggio in potenza carismatico, sospeso a metà tra la sua capacità di attrarre e la sua paura del palcoscenico, appassionato, ingenuo, generoso, magnetico; intorno a lui si muoveranno tutti gli altri personaggi del romanzo: uno alla volta inizieranno a suonare, come i singoli strumenti di un’orchestra, fino ad che se ne avrà una melodica concezione di insieme e il palco della vita non si sarà scaldato per davvero, con le sue mille vicende, con le sue mille occasioni, con le sue infinite alternative.
La strada di Lodo, così dissestata e agli inizi, piena di sbalzi ed incertezze, fatta di notti magiche e vibrazioni da brivido è destinata ad incrociare presto quella di un altro personaggio incredibilmente magnetico, Libero Ferri.
Si capisce fin da subito che Libero è un personaggio controverso: star in declino, un tempo famosissimo, è capace di gesti di grande bellezza quanto di gesti impossibili da decifrare per egoismo, è la contraddizione che vive, la sospensione, l’incarnazione delle parole che danno il titolo al romanzo ed è decisamente molto rock. Chitarrista dotato, trasformatore di melodie, talentuoso artista eppure ineffabile distruttore, in certi momenti, narcotizzatore di se stesso, incapace di guardare al bello.

E poi c’è Giulia, l’attrice, la giovane promessa cinematografica, bella e distante, indipendente, fragile al momento giusto, spietata al momento sbagliato, la ragazza da capogiro, insopportabile e narcisista, bambina e seduttrice, ambigua, insondabile eppure anche così chiara, sarà la donna che condividerà alcuni tra i momenti più importanti della vita di Lodo e Libero.

Attorno a questi tre pianeti – Lodo, Libero, Giulia – e alle loro passioni, ruota la trama del romanzo che è un romanzo che vibra, fa emozionare, coinvolge, fa ballare, muove, perché parla soprattutto delle debolezze umane, delle tentazioni a cui si cede, delle paure a cui non si riesce a far fronte, della pochezza in cui, certe volte, si cade, e in cui si cerca a tentoni qualcosa di migliore in cui credere, per cui lottare.

Lodo, Libero e Giulia sono tutti e tre aggrappati ai loro sogni di gloria e lo sono talmente tanto che, insieme a loro, tengono sospesi anche i lettori, che ne vivono e ne sopportano le scelte, perché così umane, così condivisibili, così reali.
Se non fosse un romanzo, Dove tutto è a metà, potrebbe essere la sceneggiatura di un bel film, di una commedia romantica che parla di rapporti, siano essi d’amore o d’amicizia e sarebbe riuscitissima: avrebbe infatti una trama mai fiacca e dei personaggi che, nel bene e nel male, parlano col cuore, anzi, il cuore lo fanno cantare, instancabilmente.
Dove tutto è a metà è un bel romanzo, che rispecchia alla perfezione i nostri tempi, i nostri modi, la nostra umanità e lo fa con garbo e con stile, lo fa con forza e con ritmo, creando la giusta sintonia tra parole e storia, diventando come quella canzone che quando ti viene in mente sorridi perché ti ha lasciato qualcosa quando l’hai ascoltata, perché ti ha fatto stare bene, perché in un passaggio c’era dentro qualcosa che era anche un po’ tuo.

Tiromancino performing Dove tutto è a metà