Piccoli Racconti di un’infinita giornata di primavera – Natsume Sōseki

Fino ad ora inediti, Piccoli racconti di un’ infinita giornata di primavera sono venticinque racconti di rara bellezza, pubblicati per la prima volta in Italia da edizioni Lindau.

L’autore è Natsume Sōseki, uno dei maggiori scrittori giapponesi tra Otto e Novecento – molti lettori lo conosceranno per il suo famoso romanzo “Io sono un gatto”.

La sensazione che arriva, subitanea e forte, leggendo questi piccoli capolavori, è quella di meraviglia davanti a qualcosa di nuovo.
Sōseki, infatti, crea un nuovo motivo, una forma narrativa diversa da tutte le altre, poetica, delicatissima, che fonde la brevità degli Haiku giapponesi (componimenti poetici tipici della cultura nipponica), con l’estensione maggiore della frase occidentale, mantenendo al tempo stesso l’originalità dei termini in lingua madre.
Il risultato è un perfetto insieme di attimi che si tendono, e che raccontano, ad esempio, la quotidianità di una festa di capodanno o gli odori stantii che si respirano di una pensione inglese, il passato sospeso sul luogo di una sanguinosa battaglia, la furbizia di un monello giapponese o ancora le difficoltà economiche in un freddo inverno dell’epoca.
Nel raccontarli, la genialità e il talento di Sōseki sono tali che sembra di percepire il calore del vapore del braciere acceso in casa, oppure di poter toccare la robustezza di un kimono di rappresentanza o ancora di respirare la leggendaria bruma dell’antica Scozia.
In un racconto che ho molto amato – Il serpente -, ad un certo punto, arriva la pioggia e mi è sembrato, mentre scorrevo su quelle parole tonde, precise e puntuali nel loro cadere, come gocce, di leggerlo il rumore che fa la pioggia, col suo ritmo distante, mentre univa cielo e fiume, lasciando gli uomini nel mezzo a sfidare i misteri dei gorghi dove il sogno sfuma nella realtà e l’inconsapevolezza si trasforma in coraggio.
Sōseki è un demiurgo, crea piccoli, nuovi, universi, intinge il pennello della scrittura nella polvere delle parole e poi lo muove, dando forma a qualcosa di accecante e unico.
Leggere Piccoli racconti è come assistere ad uno spettacolo per la prima volta, sia che il soggetto trattato riguardi una scena, un sentimento, un’idea, un personaggio immaginario, un rumore o un qualsiasi altro fenomeno fisico che occupi uno spazio di tempo, anche minimo, per manifestarsi.
Sōseki allunga quell’attimo, lo dilata, lo fa durare e ce lo mostra per quello che è, un istante di vita sconcertante per la sua bellezza.

“Quel viso mi stava aspettando qui in piedi da cent’anni, così come quegli occhi, quel naso e quella bocca; è quello che per altri cent’anni continuerà ad andare in infiniti luoghi con me obbediente, al suo seguito; quello che mi parla in silenzio”