Bull Mountain – Brian Panowich

Se siete pronti per un’esperienza adrenalinica coi controfiocchi, allora Bull Mountain è il romanzo che fa per voi.
La montagna chiama, possiede, guida.
La venatura di ricchezza che la percorre brilla sotto la pelle dei personaggi, scintilla sinistra nelle iridi dei loro occhi, magnetica ipnotizza chiunque incroci sulla sua strada e soprattutto porta un nome: quello dei Burroughs.
La famiglia Burroughs è temuta ovunque a Bull Mountain e, anche attraverso gli anni, di bocca in bocca e di padre in figlio, il suo nome suona come un avvertimento per chiunque.

I Burroughs sono i signori della montagna, da decenni la conoscono meglio dei palmi delle loro mani e la sfruttano al massimo per ricavarne droga e whiskey, merce di contrabbando da cui fare, letteralmente, una montagna di soldi.
Neppure gli elicotteri dell’FBI riescono a smascherare le loro attività illecite, almeno fino all’inizio di questa storia quando, nell’ufficio di Clayton Burroughs, lo sceriffo – ebbene sì, uno dei famigerati fratelli Burroughs, i criminali della montagna, è diventato sceriffo – , si presenta l’agente speciale Holly, con una proposta impossibile da rifiutare: al fratello ricercato di Clayton, Halford, verranno condonate tutte le pene se accetterà di ritirarsi dai suoi loschi traffici e collaborare con la polizia.
Da questa “proposta indecente” avrà origine una serie di avvenimenti che, come in una partita a domino, porterà, capitolo dopo capitolo, episodio dopo episodio, Burroughs dopo Burroughs, attraverso una narrazione perfetta, lucidissima e smagliante, alla strabiliante conclusione della storia.

Bull Mountain è un capolavoro narrativo, non a caso i paragoni televisivi che gli sono stati accostati portano i titoli di Fargo o Breaking Bad; il meccanismo che Panowich mette in atto nel suo romanzo, infatti, tiene incollati alla pagina dall’inizio alla fine della storia, senza stancare mai gli occhi, senza affaticare una sola sinapsi, anzi, stimolandole tutte in una volta sola e facendo viaggiare la mente del lettore ad una velocità supersonica. Non si incontra un solo personaggio indegno o insignificante, sia che faccia la parte del cattivo, sia che faccia la parte del buono, sia che unisca superbamente entrambe le parti dentro di sé; i dialoghi sono gonfi di forza e limpidezza, le situazioni arrivano precise e spietate, come dei pugni ben assestati, e anche il lettore più esperto e smaliziato non potrà restare indifferente.

“Non hai mai voluto capirlo. Questa non è la terra del Signore, ma è la mia terra. Soltanto mia. Lo è sempre stata e sempre lo sarà. Dio non ha diritto di parola qui. Sarebbe potuta appartenere anche a te, se non avessi tradito me, tuo padre, la nostra famiglia. L’hai deciso tu”

Bull Mountain è una montagna pericolosa, un universo a parte, un posto inquieto che freme di vita, di sangue e fuoco, un paradiso incontaminato dove una natura spietata combacia con la dimensione più bestiale dell’uomo e in cui è, però, ancora possibile che la parte più profonda e vera di un uomo faccia la differenza e riesca a salvare quel posto chiamato casa.

Un romanzo, insomma, che è dinamite allo stato puro, una botta adrenalinica di altissimo livello, una storia che corre veloce come una palla di fuoco e travolge, incandescente e micidiale, ogni cosa si trovi sulla sua strada: Bull Mountain è la montagna che grida il suo nome e continuerà a farlo anche dopo che avrete letto l’ultima pagina del libro.