Shotgun Lovesongs – Nickolas Butler

Recentemente edito da Marsilio nella collana Maxi, Shotgun Lovesongs, che aveva segnato l’esordio di Nickolas Butler nel 2014, si conferma, anche ai miei occhi di lettrice affamata di bei romanzi, un libro straordinario.
Impostato a più voci, ogni capitolo infatti viene narrato a turno da ciascun protagonista, racconta la storia di quattro amici nati in un paesino del Wisconsin, Little Wing, e di come le loro vite abbiano poi preso strade diverse.
Henry, quello “maturo” del gruppo, ha finito per fare l’agricoltore e ha sposato l’avvenente e sensuale Beth, la ragazza più desiderata del paese, Kip ha rilevato una fabbrica in disuso, ha sposato Felicia, un ragazza di fuori e ha provato a rilanciare l’economia della sua cittadina, Ronnie ha perso più qualche rotella bevendo e non ha più la stoffa del campione di rodeo, ma la vera star del quartetto è Lee, altrimenti detto Corvus, quello che ce l’ha fatta, che scrivendo canzoni ha raggiunto il successo e che è riuscito ad andarsene dalla provincia e che adesso sta per sposarsi con la star cinematografica che tutti, amici compresi, gli invidiano.
Eppure la sola cosa che desidera Lee è essere a casa e cerca questa unione con la natura in ogni pensiero, in ogni respiro, in ogni nota che traduce in canzone.

“Quando non ho nessun posto dove andare, torno qui. Quando non ho niente, torno qui. Torno qui e dal niente tiro fuori qualcosa”

Questo di Butler è un romanzo che si beve tutto d’un fiato e che scende nel ventre, liscio e piacevole come una bevanda calda quando fuori piove, è intimo e perfetto anche quando si cala nelle vesti di una donna, un romanzo forte, dove non c’è mai un’incrinatura.

La storia fa perno su un tipo di lealtà che ha origine nei primi anni di vita di un essere umano e la mette alla prova facendovi leva con un segreto difficile da sostenere, un amore nascosto.
E allora, fino a che punto può resistere un’amicizia?
Da qui l’inquadratura si sposta spesso sul tema del ritorno, della nostalgia, dell’appartenenza, non solo ad una terra, ma ad una famiglia, ad un gruppo, e Butler scandisce il ritmo di questo viaggio con le stagioni, coi colori e i profumi dei tramonti e delle albe, coi pensieri dei quattro protagonisti ancora ragazzi, con la sensazione dei vestiti che si mettono addosso ad ogni primo freddo.

“La giornata era di una dorata tonalità di grigio, il sole una moneta luccicante appannata ogni tanto dalle nuvole”

Ma Shotgun Lovesongs non è unicamente un romanzo introspettivo è anche un romanzo rock, dove i tatuaggi sulla pelle si vedono ancora, anche se un po’ sbiaditi, dove i padri di famiglia rubano nei bar come dei ragazzini e i ragazzini sparano senza neanche sapere perché, dove le pallottole si prendono più volentieri di proiettili ben più dolorosi che portano inciso il nome di una donna.
In questo romanzo la neve è fitta e alta come i muri di un caseggiato, gli inverni sono impietosi e la sola via di salvezza possono essere le stesse persone che fino ad un attimo prima ti ignoravano.
Qui non importa se sei una rockstar, perché nel giro di un secondo puoi ritrovarti seduto su un marciapiede a chiedere aiuto e in qualsiasi altro posto nessuno ti degnerebbe di uno sguardo, ma non a Little Wing, non qui, perché qui, chiunque tu sia e comunque tu sia, sei a casa.