Barbablù – Amélie Nothomb

Siete pronti ad immergervi in una fiaba dai contorni gotici? Se la risposta è “Sì”, Barbablù di Ameliè Nothomb è quella fiaba.
Traendo ispirazione dalla più antica e omonima favola di Charles Perrault, la Nothomb decide di rivisitarne tempo, luogo e personaggi, confezionando un perfetto e parallelo Barbablù contemporaneo che si fa leggere tutto d’un fiato fino al sorprendente e poetico finale.
Saturnine è la giovane coinquilina di don Elemirio Nibal y Milcar che, per una cifra irrisoria, le ha affittato un’enorme stanza all’interno della sua villa di Parigi.
L’inquietante particolare che fin da subito turba i pensieri di Saturnine è che le otto coinquiline che l’hanno preceduta sono scomparse nel nulla, tutte quante, senza lasciar una minima traccia di sé, ammantando di mistero e carisma l’aristocratico padrone di casa.
Nonostante la fama oscura e pericolosa che lo avvolge, don Elemirio non sembra terrorizzare Saturnine, piuttosto la incuriosisce.
Le danze sono ormai aperte e la Nothomb sfoggia il suo abito più brillante, dimostrando una superiore maestria narrativa che travolge e che coinvolge il lettore in un’ impetuosa tenzone amorosa, un duello all’ultimo sangue combattuto a colpi di botta e risposta.
La ragazza non sa quasi nulla del suo ospite, ma presto impara a conoscerne i più intimi pensieri.
Ogni sera a cena, infatti, i due si ritrovano alla raffinata tavola di don Elemirio che, dopo aver dichiarato il suo amore alla giovane, prepara pietanze ultraterrene e le usa per sedurla.
Nonostante Saturnine sia un osso duro, presto si accorge di avere un’irrazionale attrazione per quest’uomo, cinico, raffinato, sbalorditivamente attraente eppure repulsivo.
Qualcosa le dice che sarà lei l’ultima amante dello spagnolo e che, dopo di lei, nessuna ragazza scomparirà più.
Tra vertiginose teorie sull’amore, sulla fiducia che lo sottende, sul diritto ad agire o meno tragiche punizioni qualora la fiducia venisse tradita, in un gioco che vede le carte della vittima e del carnefice mescolarsi incessantemente, si arriva alla camera oscura, alla camera proibita, quella zeppa dei macabri e mortali segreti di un assassino.

” – Non credo all’inferno.
   – Che leggerezza da parte sua!”

Otto donne prima di lei, tutte scomparse. Sarà stato don Elemirio ad ucciderle oppure l’aristocratico sostenitore dell’ Inquisizione Cattolica è, tutto sommato, da quel punto di vista, inoffensivo?
Per liberarsi dalle spire dorate di un gioco pericoloso che la sta stritolando, Saturnine deve risolvere l’enigma: chi è Elemirio, un assassino o soltanto un fanatico?
Con garbo, grazia ed un finale che sembra emergere da broccato bizantino, la Nothomb tesse la trama del racconto che, inesorabilmente, condurrà ad un finale tanto efferato quanto sbalorditivo.