Golden Years

Golden Years di Ali Eskandarian è un libro che seduce, dall’inizio alla fine.
Pubblicato postumo da un editore olandese amico dell’autore, uscirà per Giunt il prossimo 25 gennaio.
Ali Eskandarian è stato un musicista iraniano di talento e, prima di essere ucciso a fucilate da uno dei ragazzi con cui suonava, scrisse questa autobiografia che è un energico spaccato di vita degli anni che vanno dal 2000 al 2009, gli anni dei due zeri al centro.
Si tratta di un viaggio fatto a due livelli, uno geografico, attraverso il territorio americano – Brooklyn, Manhattan, New York, San Francisco, Toronto, Los Angeles – e uno mentale, all’interno dell’anima di Ali, attraverso i suoi sogni, i suoi ricordi, le sue visioni.
Giovane ribelle, anticonformista, ex-bambino cresciuto in una terra dilaniata dalla guerra, migrante dapprima in Europa, poi in America, chitarrista spregiudicato che si dà all’alcool, alla droga e alle belle donne, Ali fa il pieno di vita a modo suo, si concede molte avventure e qualche amore, almeno due i grandi amori della sua vita, dee, muse, femmine fatte di carne e sangue, sensuali e sessuali fino all’ottundimento dei sensi.
Ali scrive alternando un linguaggio crudo e forte  ad un registro quasi poetico,
con passaggi di una bellezza disarmante, antica, echeggiante ad Atlantide, a Corinto, all’Oriente dei Persiani, dei Sumeri,vive tante vite, eppure una sola, la sua, breve, intensa, mai sprecata:

So che sono già stato qui e ho scritto cose su papiro e pergamena, cera e cartapecora. Su legno, terracotta e tavolette di pietra. So che ho cercato nelle tavolette perdute di Baghdad e Alessandria, so che ho fatto domande a gente esausta che vagava per i porti perduti del tempo, ho studiato per il tempo di cento vite sotto la tutela di grandi maestri, allora perché non ricordo una sola parola?


In questa storia ci sono molto sballo, miseria, successo, musica, lavori di compromesso, c’è l’oceano con le sue risposte e c’è la voglia di andare avanti e creare.
Per avere solo trent’anni Ali è sorprendentemente maturo a livello artistico, come lo è chi è già passato attraverso diverse cose nelle vita, e qualcuna l’ha superata, qualcun’altra invece no:

…ma per come la vedo io quelli baciati dalla sorte furono portati via dalle bombe e dai proiettili, dal gas e dai missili. Sono tornati dritti alle eterne comodità del mondo degli spiriti. Quelle bombe si portarono via anche  la mia infanzia

E della sua infanzia ci racconta di Teheran, alla fine degli anni Ottanta, e del padre di suo padre cresciuto senza un’istruzione, in mezzo alla violenza familiare, privato dei diritti fondamentali dell’uomo e che tuttavia, per aiutare chi gli chiedeva un lavoro o il pane, finì in miseria.
Non è un caso che Ali si scagli contro la società capitalista americana, fatta per lo più da cialtroni insopportabili a cui gli toccava far da cameriere per racimolare qualche soldo che poi, puntualmente,  avrebbe speso in droga o locali.
Quando arrivò sul tavolo dell’editore, Ali parlava del suo manoscritto come di un grande romanzo iraniano-americano, poi morì, e l’editore non riuscì a dirgli personalmente che anche per lui lo era.
Per chi lo legge è soprattutto una storia che parla di amore e vita e che suona come un pezzo rock.

Tutto quello che possiamo davvero fare è andare con la corrente e imparare, come individui e come collettività


Io “Golden Years” l’ho amato molto, non mi ha mai stancata, e trovo anche che sia una bella novità, in mezzo a tanti romanzi infiniti che non arrivano mai al dunque – e che un dunque magari neanche ce l’hanno- , perché questo ci arriva rapido e potente, proprio come le vibrazioni profonde e brevi di una chitarra.