Andrea Cisi – La piena

Primo libro bello – del 2016 – letto nel 2017:

La piena di Andrea Cisi.

Di Cisi avevo già letto “Cronache dalla Ditta”, edito da Mondadori, nella collana Strade Blu, e mi era piaciuto così tanto da obbligarmi a leggere anche questo suo ultimo che ne è il seguito.
I personaggi del libro, perennemente alle prese on la crisi, on la nebbia, con le partite amatoriali, con la loro “cremonesità”, fatta di nomignoli e di modi di dire, saltano fuori dalle pagine e si raccontano con uno stile molto pulito, essenziale eppure non scarno, giocando a pallone coi dialoghi in dialetto e le rispettive traduzioni edulcorate.

La storia gira intorno alla vita di un operaio, Umberto e della sua famiglia, una moglie, un figlio piccolino e un gatto maschio col nome da donna.
Umberto lavora sempre in fabbrica, a cambiare però sono le sue esigenze, le sue  emozioni e con esse i suoi pensieri che produrranno nuovi problemi e alle esondazioni geologiche faranno seguito quelle emotive.

“Ecco la piena, la vediamo giungere tranquilla, come un leggero spessorein più in questo discendere violento e frenetico dell’acqua, come un’increspatura, un allargamento e un innalzamento in più appena percettibili, una forza però spaventosa, con alberi tramortiti al seguito e carcasse irriconoscibili di chissà quali animali come zattere senza vita abbandonate nei mulinelli”

Il romanzo è perfetto in questo senso: ti fa stare bene e te ne fa sentire parte.
I personaggi sono vividi, tondi, si possono praticamente toccare e non è difficile incontrarli camminando per i vicoli medievali del centro o nei paesini sommersi dalla nebbia da cui, in certi giorni non riesce ad emergere neanche l’altissima torre muraria della cattedrale.
Fatevelo un giro e lasciatevi trasportare.