Premesse a Cassandra di Christa Wolf

“Premesse a Cassandra” di Christa Wolf è un libro decisamente importante, tanto meraviglioso quanto complicato.
Ho in effetti impiegato non poco tempo per terminarne la lettura, perché ogni passaggio è talmente bello e talmente intricato da un punto di vista bibliografico che, sia per gustarlo, sia per capire a fondo quali studi abbia compiuto la Wolf e come sia arrivata a trarre le conclusioni che hanno dato forma nella sua mente alla Cassandra di cui scriverà più avanti – dedicandole tutto un libro – ci vuole molta concentrazione.
Il libro è diviso in quattro sezioni. Le prime due sono le più scorrevoli, sono quelle che descrivono con grande vividezza il viaggio fatto in Grecia dalla scrittrice, un percorso quasi magico, in cui ella, concentrata solo sull’immagine di Cassandra – ma come poteva dunque mai essere questa donna di cui tanti hanno parlato, cui si accenna nell’Iliade e nella tragedia di Eschilo, che ci appare così differente da tante altre figure femminili abbozzate nell’epos omerico? -, vede quasi con gli occhi della veggente, cerca di pensare come la veggente ed entra in contatto con lo spirito di Cassandra, così prepotentemente evocato dai luoghi che la scrittrice esplora ed analizza fino all’ultima pietra.
La prosa della Wolf sa fare miracoli, ci catapulta esattamente dove vuole, ed ecco che in un attimo tutti i nostri sensi sono coinvolti dall’umanità che affolla Atene: dalla giovane bottegaia appoggiata allo stipite di una porta – forse la discendente di quelle achee che aspettarono i loro uomini per dieci anni, prima che facessero ritorno da Troia – al venditore di pesce, che uccide e lavora all’istante la propria mercanzia, sui banconi del mercato, al mercante di ori e gioielli. Respiriamo il clima orientaleggiante della Grecia dei primi anni Ottanta.
Il viaggio della scrittrice continua verso Creta, dove dà prova di grandi conoscenze archeologiche, per poi finire ad Argo e successivamente a Micene presso la “porta dei Leoni”, dove dovette sostare Cassandra nell’ultimo giorno di vita che le era rimasto, quando, dopo aver predetto l’assassinio di Agamennone, da cui era stata rapita e deportata, venne anch’ella uccisa.
Quello dunque era lo scenario in cui la veggente si era ritrovata a ricordare per l’ultima volta la sua vita, a ricordare la patria, la famiglia massacrata, la città distrutta : 

Cassandra. La vidi subito. Lei, la prigioniera, mi imprigionò, lei oggetto essa stessa di fini che le erano estranei, si impadronì di me. Più tardi mi sarei chiesta quando, dove e da chi fossero state trovate le convenzioni necessarie: l’incanto ebbe effetto. Credetti ad ogni sua parola, provare una fiducia incondizionata era ancora possibile. Tremila anni – dissolti. (…) Troia è distrutta, e lei tutto questo lo ha predetto, ma i suoi compatrioti non le hanno creduto. Ora si permette di predire agli stranieri che l’attorniano che il loro re, appena invitato dalla moglie Clitennestra ad entrare nella rocca calcando il tappeto di porpora del vincitore, proprio da questa verrà assassinato”.

Christa Wolf, un poco per volta, costruisce dentro di sé l’immagine di Cassandra come doveva realmente essere, e non solo come ce l’hanno proposta i poemi antichi. Forse il dono della veggenza altro non era se non la capacità di Cassandra di essere presente alla realtà in cui viveva, sfrondandola dalle superstizioni e dai miti e riconoscendo i segnali di pericolo per ciò che erano, senza bisogno di farsi aiutare da presagi o premonizioni o oracoli.
Cosa la portò a diventare la sacerdotessa di Apollo allora? Con ogni probabilità fu la sua voglia di emancipazione: sempre meglio quello che restare rinchiusa tra le mura del palazzo a svolgere le funzioni domestiche di competenza prettamente femminile.
A questa prima parte di viaggio fisico, segue una parte – le ultime due sezioni del libro – molto elaborata, quasi filologica, con tutte le fonti che la scrittrice riuscì a reperire sul personaggio, sia storiche che archeologiche. Difficile e forse inutile riassumerle in questa sede. Degno di nota è però il grande lavoro di documentazione che la Wolf svolse a tavolino prima di cimentarsi con la stesura di “Cassandra”. Un lavoro, questo, che la porterà ad individuare una primigenia concezione matriarcale della società greca, cui ne seguirà una patriarcale, volta a sottomettere le donne e a considerarle di base come “streghe”, degli esseri demoniaci da temere.
Cassandra non incarna forse le paure di una società profondamente maschilista? Non sarà forse uccisa proprio per tale motivo, dopo essere stata denigrata tutta la vita?
Seguite la Wolf, in questo suo grandioso viaggio a doppio senso, entrate in un mondo sconosciuto, e vi troverete davanti ad un personaggio attualissimo, la polvere del passato soffiata via per sempre.

Ora, “Premesse a Cassandra” è un libro di difficile reperibilità. Dalle sue prime edizioni non furono più fatte ristampe cartacee e il solo modo che si può avere adesso per trovarlo agevolmente, è di acquistarlo in versione ebook. Io l’ho trovato dopo affannose ricerche su un sito, a questo indirizzo : http://www.bookrepublic.it/search/?q=premesse+a+cassandra

Cosa posso dire di più? Per deformazione ho letto questo libro con il cuore e, sempre per deformazione, mi auguro che la stessa cosa possa capitare anche a voi!

Sara Manfroni © Riproduzione riservata