L’UOMO CHE GUARDAVA LE STELLE – Joe Stillman

È un romanzo che ci fa viaggiare nello spazio, veloci tra le stelle, questo di Joe Stillman. Solo che lo spazio non è quello che pensiamo di conoscere e le stelle, con il loro strascico di luce, ci indirizzano ai mondi remoti che sono dentro di noi.

Bill è un nome comunissimo che fin da subito entra in contrasto con la personalità straordinaria che vorrebbe definire. Sembra sceso dal cielo questo Bill, arrivato in condizioni pietose alla porta di un piccolo ristorante dell’Arizona dove trova subito lavoro come cuoco. Sì, perché Bill sa fare una cosa che non riesce a nessun altro: indovina i desideri delle persone e li trasforma in cibo. E a Maybell, la proprietaria del locale, madre di tre, tanto avvenente quanto nevrotica, non sembra vero di riempire la sala del suo ristorante così in fretta, con frotte di clienti disposti a fare la fila per ore. Ma il punto centrale su cui si gioca tutto il romanzo e la storia continua a girare, è l’identità di Bill, perché chi è questo ragazzo che compare dal nulla e fa avvicinare le persone? Da cosa gli deriva quell’istinto al bene per il prossimo che gli permette di compiere miracoli?

La narratrice della storia, Belutha, figlia maggiore e meno apprezzata di Maybell, tenta di scoprirlo un poco per volta, prima attraverso un percorso di rifiuto mentale, e poi, attraverso il raggiungimento di una consapevolezza emotiva insperata, di cui Bill è l’innesco. Il ristorante di Maybell è il luogo dove si incontrano le anime più disparate e, davanti al loro piatto preferito, si mettono a nudo, rivelandoci i loro segreti più intimi, scoprendoli come nostri.

Ci era mancata una storia che potesse degnamente riecheggiare le atmosfere magiche e nostalgiche di POMODORI VERDI FRITTI ALLA FERMATA DEL TRENO, e Stillman riesce a ricordarcele pur mantenendo un’originalità tutta sua, che smargina nell’impensabile, spruzzando gli eventi con la scintillante polvere del mistero.

L’UOMO CHE GUARDAVA LE STELLE, dalle profondità della notte, piantato nel giardino di una casetta dell’Arizona che si fa centro dell’universo, è un romanzo aggraziato e toccante che vuole rispondere a quelle domande che spesso non osiamo porci. E il suo punto di vista, così esterno e interno allo stesso tempo, si fa nostro e ci placa, amandoci.

Un’altra gemma a cui rivolgerci con fiducia e passione, una storia che guarda alle stelle per un motivo ben preciso.

«Bill mi spiegò che quando si trovano in prossimità di una nascita o di una morte, gli esseri umani si avvicinano, come non mai, alla porta che conduce in questo mondo»