Ci emoziona sempre, Louisa May Alcott, anche a distanza di anni e, con una voce che sfida il tempo, arriva nelle nostre librerie grazie a Edizioni Clichy che pubblica una raccolta di inediti di quest’autrice eterna che con la saga di Piccole donne sedusse generazioni e generazioni di lettori. Il pretesto da cui la raccolta prese forma fu proprio un regalo di Natale. Zia Lou, così amava firmarsi, ebbe l’idea di mettere insieme tutte le storie – a parte tre – che raccontava alla nipotina Lulu prima della buonanotte, confezionando così un dono prezioso per tutti i ragazzi che avrebbero avuto il piacere di leggerla, e noi tra loro.
I racconti, che muovono da un realismo molto vicino a Dickens – siamo alla fine del XIX secolo – si spostano verso scenari fantastici che richiamano il Paese delle meraviglie, il mondo di Oz o le più classiche fiabe dei fratelli Grimm, dove piccoli protagonisti infervorati dall’ambiguità di un temperamento ancora acerbo, si confrontano con improvvisate missioni nel bosco, mondi di zucchero e caramelle, scarpette stregate, animali incantati e fate birichine. La loro originalità risiede nella ricchezza di un linguaggio che suscita immagini vivide, colorate, mai sbiadite e che anzi, rivitalizzano il bacino delle favole da cui spiccano il volo cristalline, imprevedibili.
La nostra Jo March, insomma, sempre fedele a quell’indole “da maschiaccio”che la rese fin da subito irresistibile ai tanti ammiratori di Piccole donne, anche in questi squisiti inediti mantiene alto il livello narrativo, trattando tematiche sociali di grande rilevanza, come la miseria che colpisce le classi più disagiate e crea orfani, lo sfruttamento minorile, il maltrattamento degli animali, affidandone il racconto a protagonisti irrequieti, combinaguai, capricciosi, disobbedienti ma anche coraggiosi e con un profondo senso della giustizia e dell’amore, e le fonde in un tessuto denso, in cui favole nere e leggende si intrecciano amabilmente. E la verità è che vorremmo che la sua voce continuasse ad ammaliarci, come un piccolo miracolo di cui, almeno una volta l’anno, è lecito domandare.
«Non smettere mai di credere alle care, vecchie storie, anche quando arriverai a capire che sono soltanto la piacevole ombra di un’amabile verità»

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