Tommaso e l’algebra del destino – Enrico Macioci

La perfetta equazione della vita.

Tommaso ha cinque anni e sta per vivere una delle esperienze più traumatizzanti della sua vita. Completamente assorto nei suoi pensieri, preso da una telefonata che Tommaso sa non essere limpida, il suo papà lo abbandona in macchina in una torrida giornata estiva. L’innesco della storia è rapidissimo, la chiusura centralizzata che scatta, il bambino che rimane prigioniero del suo seggiolino di sicurezza, i finestrini chiusi e l’impossibilità di arrivare anche solo alla tasca del sedile anteriore per prendere il bicchiere dell’acqua. Il papà ha voltato un angolo ed è sparito. Prima che sopraggiunga il panico – davvero il papà mi ha abbandonato? Di cosa potrei essere colpevole? – Tommaso ripercorre brevi momenti della sua esistenza, minuti squarci temporali che lo distraggono nell’attesa. Il papà però non torna, e l’aria nell’abitacolo inizia a farsi pesante, la disidratazione incombe e con essa anche l’assurda consapevolezza che si stia realizzando l’incredibile e che, davvero, in quella macchina il papà ce l’abbia lasciato apposta.

La genialità di Macioci è espressa dalla banalità dell’evento da cui scaturisce il racconto, una banalità così terribile da far credere al lettore di aver toccato il fondo dell’orrore ancora prima di partire, ingannandolo. Il destino del piccolo prigioniero è affidato ad una formula algebrica che l’ha portato in quell’auto quel giorno, le circostanze a fungere da incognite, i precedenti Kinghiani (Cujo, Il gioco di Gerald) in sottofondo. Quel che accade fuori e dentro quell’auto, invisibile relitto ai margini di una cittadina deserta, è la materializzazione di un incubo nerissimo che si aggancia alle peggiori paure di un genitore imperfetto – del resto chi non lo è? – discostandosene quel tanto che basta per dare corpo a quelle di un bambino terrorizzato.

Con Tommaso e l’algebra del destino, Enrico Macioci ha dato vita ad un prodotto letterario di grande esattezza in cui la snellezza della struttura esalta l’inesauribile atmosfera tensiva dando il giusto spazio alle elucubrazioni mentali dei suoi personaggi. In buona sostanza, uno dei migliori romanzi usciti in questi mesi.