Sembra ambientato in una cittadina costiera nel sud della Francia questo piccolo noir in coppia col gotico che ha come protagonista una stramba ragazza dai poteri soprannaturali. Rose è capace di sdoppiarsi e il suo doppio, invisibile agli altri, si aggira fuori dal corpo come un fantasma. La solitudine della ragazza è palpabile: nessuno ha mai creduto alla sua storia, neppure il padre a cui Rose adesso deve fare il funerale. Sì, perché l’ispettore Klein è stato ucciso in circostanze misteriose e la figlia viene contattata da un agente di polizia per fornire, se possibile, qualche indicazione utile alla risoluzione del giallo.
La voce fuori campo che ci introduce alla storia, commentandola come un narratore onniscente, è proprio quella del padre defunto che finalmente comprende cosa intendesse la figlia per sdoppiamento – è come essere spettatori di se stessi -, l’unico problema è che mentre lui è morto, Rose è viva e vegeta.
Il giallo in primo piano è solo il primo di una fitta trama di misteri: una casa stregata, omicidi plurimi che sembrano riprodurre la tela di un quadro indecifrabile, una maledizione che affonda le radici in un passato molto antico e uno spietato serial killer. La sceneggiatura di Rose brilla per originalità e arguzia, in un susseguirsi di colpi di scena che scaldano progressivamente la temperatura emotiva fino ad esplodere nel finale. I balloon, mai troppo fitti, lasciano al lettore lo spazio sufficiente per gustare una storia accattivante e godere contemporaneamente delle vignette ampie, acquerellate, dalla grafica pulita e vivida, giocata più sugli scuri che sui chiari, evocatrice delle mitologiche avventure della Revolution Software.
Tra spettri inconsolabili, verità spiazzanti e segreti fatali, Rose è, in buona sostanza, un graphic novel di pregio, connubio perfetto tra una sceneggiatura che funziona a pieno regime, e una realizzazione grafica di grande impatto che va ad imprimersi nell’immaginario di chi, soddisfatto, legge.
“Eppure, dopo averlo fatto, benché l’avessi sperato per tutti questi anni… non ho ritrovato né il sonno né la pace. Ben al contrario. Oggi so, invano, che è illusorio tentare di scacciare un incubo provocandone un altro”
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