Non sprecare il tempo, non sprecare l’amore – Ann Napolitano

Nonostante il titolo non gli renda giustizia – suona un po’ retorico, un po’ semplicistico – Ann Napolitano ha scritto un romanzo coi fiocchi. Basandosi sui dati raccolti da due tragedie aeree realmente accadute, una del 2010, del volo AFriqiyah Airways 771 – in cui a sopravvivere fu solo un ragazzino di nove anni – e l’altra del 2009 dell’AirFrance 447 – quando un aereo con 228 persone a bordo precipitò nell’Oceano Atlantico – l’autrice ricostruisce le ultime ore di vita di alcuni tra i passeggeri di un volo immaginario partito da Newark e diretto a Los Angeles. La storia ha un forte mordente pur partendo dall’epilogo perché, se già sappiamo che l’aereo precipiterà, e che a salvarsi sarà solo il piccolo Eddie di appena dodici anni, quello che non sappiamo è il motivo per cui precipita e, fortemente coinvolti per un evento che a pensarci terrorizza in molti, siamo mossi dall’interesse per le reazioni di chi si è trovato davanti alla materializzazione di un incubo – la probabilità, seppur remotissima, che l’aereo cada c’è, ma per salire a bordo bisogna ignorarla e poi, capiterà proprio a me? -, costretto in un proiettile lanciato ad alta quota da cui sa che non troverà scampo.

Napolitano scrive due storie parallele, entrambe reali, ambientate in due momenti spazio-temporali differenti: un presente in cui Eddie si domanda il perché di una sopravvivenza miracolosa ma non richiesta, e da bambino si trasforma in qualcos’altro, un testimone che porta il fardello di tutte le vite spezzate nell’incidente, un orfano sbigottito che non può negare il dolore e cerca istintivamente di adattarvisi, e un passato, in cui quegli sventurati passeggeri acquistano Nomi e Cognomi abbinabili a speranze, progetti, piccole routine quotidiane, fornendo un’ulteriore spinta propulsiva alla narrazione.

La metamorfosi necessaria al superamento dello stato di shock post-traumatico e del senso di colpa per essere scampato ad un tragico destino porterà il piccolo Eddie a cambiare nome e, seppur protetto da quel che resta della sua famiglia – una coppia di zii senza figli -, a decidere di rispondere alle richieste di chi domanda ancora di quei familiari perduti nello schianto – Li hai visti? Hanno detto qualcosa prima di morire?. Contemporaneamente, ed in autonomia rispetto ai ricordi del sopravvissuto – Eddie rifugge strenuamente il pensiero dell’incidente -, si delinea un forte cast, tra i componenti: Veronica, sensuale hostess di prima classe, abituata a raccogliere sguardi come fossero spiccioli, Jane, sceneggiatrice televisiva che sogna di scrivere un libro, Bruce, specialista in matematica e padre premuroso, educa i figli a domicilio, Mark, enfant prodige della finanza, milionario single, Linda che scopre proprio sul volo di essere incinta, Florida, estrosa in ogni sua manifestazione, crede nella reincarnazione e scappa da un matrimonio sbagliato.

Quel che rende Non sprecare il tempo, non sprecare l’amore un romanzo riuscito è, oltre ad un’assortita galleria di personaggi esplorati in profondità, anche l’impianto su cui insiste la narrazione: due tempi e due spazi, due dei quali appartengono all’assenza ma che, in virtù di un’emotività impattante soprattutto sul presente, non cessano mai di esistere.