“Dea, canta per me l’ira di Achille, quell’ira distruttrice che arrecò ai Greci infiniti dolori, che gettò nell’Ade tante forti vite di eroi e lasciò i loro corpi freddi in preda ai cani e a tutti gli uccelli rapaci”
Omero, Iliade traduzione di Dora Marinari
Perché una nuova traduzione dei poemi omerici? Perché era necessario adattare il linguaggio alla contemporaneità, pur mantenendolo strettamente fedele all’essenza delle opere omeriche. L’Iliade e l’Odissea datano antico, le loro origini vengono fatte risalire all’VIII secolo a.C. , per convenzione, ma in realtà si perdono nelle nebbie del tempo. Ambedue sono raccolte scritte di canti popolari, in origine accompagnati dalla cetra. Oggi abbiamo perso quell’antica dimensione musicale, ma possiamo provare a ricrearla sulla base delle fonti a noi pervenute. Possiamo immaginare l’atmosfera nella trasmissione delle storie e le emozioni degli ascoltatori.
La lepre edizioni, che svolge un lavoro raffinato di pubblicazione di testi con una visione originale della storia, riesce ad adattare i due poemi omerici alla nostra epoca e alla nostra sensibilità. Il linguaggio è immediato, condivisibile, emozionante, e arriva dritto all’interlocutore. Non ci sono passaggi oscuri tra queste pagine, siamo lontani dai meravigliosi, e spesso ostici, arcaismi delle prime traduzioni ottocentesche del Monti.
Senza dissacrare né sminuire l’opera di alcuno, Dora Marinari realizza una traduzione scorrevole, di grande impatto, che trasporta di forza gli eroi omerici nelle nostre case, e Giulia Capo commenta ogni libro con competenza e puntualità senza pedanterie.
Ecco perché, come sostiene Eva Cantarella che firma la prefazione all’Iliade
“che queste emozioni funzionino ancora per noi, a quasi tremila anni da quel canto, è forse segno di una profonda somiglianza dell’essere umano con l’essere umano: che si tratti dell’uomo che muore davanti a Troia o di quello che legge di lui nel XXI secolo”
La letteratura greca e l’epica sono questo, la storia dell’uomo, delle sue emozioni più forti e non mancano di farci rabbrividire ancora oggi per la loro bellezza.

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