L’arte della parola è nella penna di Gina Berriault come un dono congenito che mai si esaurisce né cala di intensità. Nella bella raccolta “Donne nei loro letti” edita da Mattioli1885, i racconti diventano le tante facce, esatte e profonde, di una stessa gemma che è la vita.
La Berriault racconta di uomini e donne sorpresi nell’intimità più piena della loro esistenza, quando ancora nulla è rivelato e la premonizione dei loro sentimenti è però già formata, pronta per spogliarsi davanti agli occhi del lettore.
Sono donne e uomini permeati di intensità anche quando, e forse proprio quando, appaiono più deboli, malati, invecchiati, abbandonati, in questo modo, la scrittura salva, noi che leggiamo, da quanto è inevitabile o quantomeno probabile, accada prima o poi a tutti.
Berriault si inabissa nella vita, scende dentro ai pozzi meno raccontati e ne esce con la grazia e gli allori dell’arte, restituendo sulla carta ritratti pieni di compassione e verità. Tutto quello che vorremmo leggere dentro a due occhi umani lei ce lo offre: l’anima che non si imbriglia.
“Quasi ogni notte, ormai, veniva svegliato dalla notte stessa e dai suoi dettagli, quali che fossero. Se la pioggia si riversava sui vetri delle finestre, fissava lo sguardo sul lampione che tremolava tra i listelli sudici delle veneziane. E al mattino veniva sempre colto di sorpresa dalla vista dei suoi piedi nudi che si posavano sul tappeto liso. Non desiderava niente, né il ritorno della moglie né l’amore del figlio. Era in uno stato di stupore, ma non aveva ancora capito per cosa.”