È una favola nera questa che ci racconta Drury, un mistero che si infittisce come l’ombra nel cuore di un bosco dopo aver percorso sentieri che si intersecano continuamente, su cui camminano personaggi che compaiono sulla scena anche solo per brevi istanti, e si tramutano in flash, come riverberi d’acqua che stordiscono di luce.
Siamo nel Midwest e Stella e Pierre sono i predestinati protagonisti de Il movimento delle foglie, titolo evocativo di un apparente stato di immobilità che arriva all’apice solo in vista della conclusione del romanzo quando la successione degli eventi e dei conseguenti colpi di scena cavalca l’onda della narrazione e termina in un fuoco d’artificio di parole.
Stella ha salvato Pierre da una brutta disavventura sul ghiaccio e da quel momento i due sono legati per sempre da un destino che quasi si incarna, a cui dà voce un emissario anziano e saggio, e che li guiderà spericolato verso il bordo di un precipizio fatto di ladri, assassini e morti misteriose.
Può la vita essere un trucco di magia? E se rispondessimo a questa domanda, che ruolo avrebbe dunque la sua controparte d’ombra?
In Il movimento delle foglie, Drury. racconta di luce e ombra e lo fa appoggiandole alla balaustra di una grande storia d’amore.