Sembra una favola alla Pretty Woman, ma solo all’inizio, quando il protagonista che poi non è così ricco quanto Richard Gere, si innamora pazzamente della ragazza che insegna danza in una scuola per bambine. Lui non è Richard Gere ma una sorta di scrittore squattrinato e lei possiede praticamente solo quello che indossa e una vespa bianca, è sexy, ma non è Julia Roberts, lei si chiama Sammi.
Però questo di Cavina è un romanzo che leggi prima coi sensi, talmente è bello. Ti seduce e ti annoda lo stomaco, come se una storia così non l’avessi mai letta in nessun posto, ed in parte è vero perché scritte così non se ne leggono molte, nessuna sbavatura, nessun concetto ridondante, niente che nella forma non dia l’idea dell’immediatezza e del sesso, di quanto possa essere sexy.
Sammi è come un’amazzone, l’ultima di una stirpe perduta, difficile piegarla, e in amore instaura subito un feeling erotico potentissimo con Diego, un istinto primordiale in cui lei precede e lui segue, ed ogni mossa raggiunge la perfezione tra sacro e osceno, quelle due parti di cui è fatto l’uomo, l’apollineo e il dionisiaco che combaciano di notte, contro la serranda chiusa di un bar, lei di spalle, lui aggrappato a lei da dietro.
Il perfetto equilibrio che i due trovano si scontra con il problema, attualissimo, della precarietà. All’ennesimo disastro finanziario Sammi deve trovare un modo per mantenersi e così, quasi come se fosse il verso di una poesia di De Andrè, inizia, aiutata da Diego, a vendere a tutti la stessa rosa. Ottanta rose sono per mezz’ora e mentre gli incontri puramente economici la riempiono di fiori, sale anche la certezza di un amore tra lei e il suo scrittore che va al di là di tutto, perché lui è il solo che può starle dentro, dentro il corpo e dentro il cuore, in un miscuglio quasi osceno tanto è perfetto, al limite tra redenzione e perdizione.
Eppure Sammi, il suo broncio, il taglio degli occhi, il portamento sexy e fiero è una guerriera, da amare o che si può amare solo con sofferenza.
Adorato Cavina, Ottanta Rose Mezz’ora è un libro per me pazzesco che ti fa dimenticare tutto il resto e ti lascia un desiderio da decifrare dentro.