Cardinal – Giles Blunt

Siamo sulla scia lasciata da Jo Nesbo e Michael Collins e dunque siamo su un’ottima strada con Cardinal, lontanissimo dai thriller cerebrali e un po’ incompleti, thriller psicologici che ti lasciano col dubbio di non aver capito niente e se, giunti alla fine, non sia il caso di andare a rileggersi qualche capitolo indietro.

No, Cardinal è un romanzo tutto d’un pezzo, duro, crudo, in diversi passi pure difficile da sostenere per chi è debole di stomaco.

Febbraio a Toronto, in un piccolo paesino, da mesi è scomparsa una ragazzina, un’adolescente come tante altre che sarebbe passata inosservata se il destino non avesse voluto metterla in mostra così brutalmente.

Oltre a lei, saltano fuori altre vittime e Blunt ce le rende vicine per la giovane età e poi c’è il fil rouge che le lega tra di loro e Blunt lo nasconde bene, perché fino alla fine i piani dell’assassino rimangono sconosciuti.

Belli i personaggi, freschi: forte e dal cuore tenero Cardinal, onesta e determinata la sua assistente Delorme, compongono un coppia imprevedibile, le loro mosse possono essere dettate sia dalla ragione che dai sentimenti. Ed è bello brancolare nel buio se si sta leggendo un Thriller.

Così, in un paesaggio imbiancato dalla neve e dal gelo, si muovono i personaggi creati da Blunt,  tra temperature gelide e il ghiaccio che a volte intorpidisce la mente.

 

 

“Come tutti gli altri, anche lei aveva visto vittime di incidenti stradali, suicidi e parecchi annegati, ma nulla avrebbe potuto prepararli allo spettacolo che li attendeva”