Fiori sopra l’inferno – Ilaria Tuti

Mi avvicino ai thriller italiani sempre con sospetto e curiosità, ma nel caso di Fiori sopra l’inferno, sono stata guidata dal magnetismo del passaparola fidato, quello che “è davvero bello, merita, appena riesci leggilo” e così ho fatto.

La Tuti scrive un romanzo che ti viene voglia di andare avanti a leggere anche quando è finito, crea una protagonista squisita, la burbera Teresa Battaglia, commissario non più giovane con un passato difficile, che la Tuti lascia appena intravvedere, e mille acciacchi. Ma Teresa è il perno attorno a cui ruota un bel thriller, non banale, ambientato nei freddi luoghi friulani, dove montagna, vento e gelo sono elementi che si mescolano alla gente, forgiandone la personalità e generando un’atmosfera quasi perduta, da isolamento.

Ho sentito la voce di Mary Shelley tra quei boschi dove vengono ritrovati cadaveri mutilati e ho sentito quella della Tuti che ha creato un giallo moderno, affilato, brillante ed incisivo: frasi ben congegnate, che non lasciano spazio a sbavature e mantengono la concentrazione del lettore sul caso che sta leggendo.

Fiori sopra l’inferno è il primo romanzo che Ilaria Tuti scrive, ma viene voglia di leggerne tanti altri suoi, con il commissario Battaglia, abile profiler, alla ricerca del serial killer di turno che uccide come fosse un animale e che poi si contraddice, gettando un po’ di fumo negli occhi degli investigatori.

Insomma, un bel romanzo, un bel thriller, composto a d arte.

Io lo consiglio tantissimo.

 

 

 

 

 

“Mi chiamo Teresa Battaglia e vedo oltre i fiori che crescono sul terreno. Vedo l’inferno che si spalanca sotto i nostri piedi”