Censimento – Jesse Ball

Censimento è un libro semplice che non mi aspettavo, perché non è affatto semplice, e quando ho iniziato a leggere le prime righe ero già entrata tra le sue spire, ed ignara ero appena stata inquadrata – censita – nel complicato spazio vitale del romanzo.

Come sottolinea già il titolo, la storia è quella di un padre e di un figlio che devono raggiungere la parte opposta di un paese che rimane senza nome per censirne gli abitanti. Partendo, il padre sa che non tornerà.Ciò che accade durante il viaggio è la spettacolarizzazione di una lingua che si fa docile come poesia e tocca nel profondo.  Cosa è veramente importante censire lo deciderà il confronto tra questo padre innamoratissimo del figlio e questo ragazzo un po’ speciale. La storia la farà il presente con le risposte che i due riceveranno dagli abitanti, ma anche il passato, col suo fluire, col ricordo di una madre, con il binocolo puntato sulla materia prima della bellezza.

Jesse Ball tocca con la penna il lago dei sentimenti dentro ad ogni uomo e ne provoca un’eco che si estende oltre la durata del libro. Il viaggio di padre e figlio parte dall’esterno e arriva alla fine per cerchi concentrici, una fine che commuove e che te lo fa tenere tra le mani ancora un po’, questo libro dalla copertina blu, e lo guardi e ci ripensi e ti rendi conto che è geniale, un concentrato di cose belle censite.

“C’è un sogno in cui il luogo che ti aspetti è davvero lì ad attendere te. È il sogno del viaggiatore”