Sono le voci dei pazzi quelle che Vento traverso di Anna Pavone raccoglie dai muri dei centri d’igiene mentale, cocci appuntiti dal sorriso sghembo che squarciano in profondità la crosta oscura e ispessita di tutto ciò che è definibile o già definito. Voci che si insinuano nelle coscienze, attraverso i padiglioni auricolari, penetrano, come cunei che allargano le prospettive, lo sguardo mentale di chi si lascia sedurre, di chi le lascia passare. Personalità che fanno leva sulla certezza, che allentano i bulloni delle impalcature che chi “pazzo” non è, ha stretto bene per tirare avanti in questo mondo, per guadagnarsi l’accettabilità sociale. E invece, il Vento di Anna solleva, trasporta, perché è un irresistibile richiamo verso l’ignoto che chiunque può percepire dentro di sé. Discorsi che si gonfiano, deliri che impregnano le pagine delle storie di ognuno come acqua che allaga, forza invincibile che scuote le coscienze.
Il volume in cui queste voci sono raccolte è cucito, le pagine, di proposito, non sono state incollate alla copertina, qualche filo esce dalla guida e si mostra, mostra l’anima del libro, la possibilità che l’umano comprenda anche altro da ciò che è stato categorizzato e che qui è visibile, si fa intuire, dove altrimenti rimane nascosto.
Tra un frammento e l’altro, spazi vuoti in cui la voce di chiunque può inserirsi e accompagnarsi alle altre senza seguire un ordine, neppure di pagina, che qui non esiste.
Una raccolta unica, per genere e finitura, dove a parlare sono i segni, siano essi parole o illustrazioni – le immagini presenti nel libro sono di Bruno Caruso, celebre pittore Palermitano che si addentrò nelle “Case dei matti” e le documentò con la sua arte negli anni Settanta. La stessa disposizione delle illustrazioni è tale che sembra esse si guardino l’una con l’altra, in uno scambio continuo, di voci e anime.
Vento traverso è un Unicum, qualcosa che fa bene, che serve all’uomo perché trasporta le storie che nessuno mai racconta o perché non hanno voce o perché appartengono a esseri umani che “non sono mai accaduti” e che invece accadono, e la loro voce è quella di chiunque voglia ascoltarli.
Leggetelo e lasciate che accada.
Grazie infinite, Sara! La tua recensione è raffinata e piena di vento… una tessitura notevole.
Grazie di cuore a te, Anna. Sei tu che hai portato il vento fino a me. Io l’ho soltanto fatto entrare. ♥️