Absence – Chiara Panzuti

Per la prima volta, nonostante sia una lettrice accanita, mi sono cimentata con un genere di lettura a me nuovo: lo Young Adult.
Neppure da ragazzina, infatti, credo di aver letto romanzi che fossero così distintamente indirizzati ad un pubblico giovane, anzi, giovanissimo – tra i dodici e i diciotto anni –, tale precisazione permette di chiarire subito una cosa: Absence – Il gioco dei quattro è un romanzo che si rivolge preferibilmente a quella fascia d’età.
Avendo superato i diciotto anni da un bel pezzo, mi sono accostata anacronisticamente a questa storia ed è forse qui che sta il divertimento: provare a leggere e a raccontare un po’ un filone mai considerato prima d’ora.

La trama del romanzo ha una base semplice ma la Panzuti riesce ad articolarla e a svilupparla esaltando le emozioni dei personaggi che crea: siamo a Londra e quattro ragazzi, Faith, Jared, Christabel e Scott, ognuno  sconosciuto agli altri, ognuno perso in una situazione diversa, improvvisamente scompaiono. Scompaiono agli occhi del mondo e, quel che è peggio, è che scompaiono anche dai ricordi delle loro famiglie. Nel bel mezzo di questo marasma generale, ciascuno di loro dovrà riappropriarsi di un minimo di consistenza per sopravvivere all’ evento inaspettato che ha stravolto le loro vite. Inizia così un viaggio verso i quattro poli del mondo: una lotta contro il tempo con un equipaggiamento tanto essenziale quanto necessario, e una lotta contro altri spietati concorrenti che tenteranno di eliminarli definitivamente dal “gioco”perverso in cui sono stati scaraventati e così anche dalla faccia della Terra. Quattro i punti cardinali per dare stabilità all’esistenza di ognuno, quattro le virtù in possesso di quattro atipici lottatori in un viaggio che li porterà alla scoperta di sé.
A muovere i fili di questa competizione la stessa presenza inquietante che li ha fatti sparire e che semina indizi per guidarli dove li vuole.

Lo stile narrativo della Panzuti è buono, scorrevole, coinvolgente in più di un’occasione, non indugia sui periodi con colature pesanti, ma mira dritto all’obiettivo, all’azione, prediligendo i dialoghi e offrendo un’introspezione psicologica dei personaggi chiara e facile all’empatia del lettore.
Originale l’accostamento concettuale dell’invisibilità fisica all’invisibilità mentale: la vera lotta è forse quella contro la propria mediocrità che predispone all’indifferenza altrui.
Per tornare ad esistere, allora, serviranno occhi ed atteggiamento nuovi e servirà sfoderare le proprie qualità migliori, quelle caratteristiche che ci definiscono e che, se valorizzate ed adeguatamente esercitate, ci fanno spiccare in mezzo ad una moltitudine di visi ed atteggiamenti monocromi.

La risposta alla domanda “cosa resterebbe della nostra esistenza, se il mondo non fosse più in grado di vederci?”, giustamente posta in quarta di copertina, è ancora lontana dall’essere formulata: Il gioco dei quattro è, infatti, il primo capitolo che dà il via alla trilogia di Absence, e come dire? Di strada da fare ce n’è ancora tanta, e per molti sarà entusiasmante.

In definitiva, Absence, è una lettura che distrae, semplice, senza orpelli, che sfiora il tema della delicatezza e della tenacia dell’animo umano messo alla prova; per i lettori più giovani e per i lettori meno giovani, amanti del genere.

Qui di seguito il link per leggerne un estratto: http://bit.ly/Absence_Incipit