Nel dolore – Alessandro Zannoni

Nel dolore è un noir che brucia dentro come una sorsata di tequila pura nel deserto arroventato del Texas: spietato, lucidissimo ed immediato, non fa prigionieri e non ha mai promesso di farli.

Alessandro Zannoni ha creato il personaggio supremo di Nick Corey, prendendo spunto da altri sceriffi “aldilà di ogni regola” e l’ha portato ad un livello di realismo incredibile arrivando a fargli vestire alla perfezione i panni diabolici e oscuri del braccio violento della legge.
Sceriffo di una cittadina del Texas dove ne capitano d’ogni, Corey proietta il suo inferno personale sulla terra, resuscitando i fantasmi di una vita che prendono le sembianze del padre, del migliore amico morto massacrato e perfino dell’amore, un amore ancora vivo che lo divora da dentro e in nome del quale – Stella, “Stella è come me. È capace di cose da mettere paura”  – tenta di sedare il tormento con un’improbabile idea di felicità.

Personificazione della furia, psicotica e micidiale, già presa in considerazione da scrittori come Jim Thompson (Nick Corey, Colpo di Spugna) muovendosi in ambientazioni da vero Far West che ricordano Joe Lansdale, con dialoghi che omaggiano Charles Bukowski, lo sceriffo italo-messicano Corey è sulle tracce degli assassini di Rudy, il braccio destro che gli hanno trucidato a colpi di batticarne e per trovarli è deciso ad abbattere qualsiasi cosa si trovi in mezzo.

Il viaggio attraverso il deserto americano, tra tempeste di sabbia, trattori volanti, invasioni di formiche, casi di violenza domestica e sparatorie – ogni capitolo è una piccola storia autoconclusiva che ritrae un’umanità strampalata, traballante, deforme, grottesca, violenta a livelli spiazzanti, ingiustificabile nella sua stupidità, ma Zannoni, che ci sa fare, la condisce con un’ironia così tagliente da renderla irresistibile – è dentro e fuori Corey. Ad accompagnarlo il cane Abramo, sottratto all’ennesimo caso di violenza domestica, ineffabile socio che regala al lettore momenti di autentico spasso.
Di empatia qui ce n’è poca, i personaggi, tutti, a cominciare da Corey che però brilla per eccellenza, genio e follia, come un Lucifero ammiccante con gli speroni e la stella d’argento, sembrano essere stati sputati dalle viscere ribollenti della terra, agiscono soprattutto in funzione delle loro pulsioni.
E le pulsioni, che sono la parte più tangibile dell’essere umano, accendono le pagine di questo romanzo con colpi di scena realizzati ad arte in una salita vertiginosa verso un finale raggelante, da shock termico.

Texas, sabbia, notti stellate, alcool, amore, rabbia, polvere da sparo, morte.
Questi gli ingredienti, a deciderli e dosarli Zannoni che ha immaginato e scritto un noir coi controfiocchi, un noir da cui non si esce indenni che è esattamente quello che un vero noir deve saper fare.