Difficilmente capita di leggere dei noir ancora in grado di stupire.
Per anni mia immaginazione è stata riempita dai meravigliosi cento e più delitti di Scerbanenco e poi dal Maigret di Simenon, dalle varie situazioni omicidiarie alla Agatha Christie o alla Michael Connelly e pensavo ormai di aver perso il piacere della scoperta di qualcosa che potesse di nuovo sorprendermi nel genere, almeno fino a qualche giorno fa, quando l’editore Fernandel ha fatto arrivare sul mio tavolo Tre mani nel buio di Eraldo Baldini: Capolavoro assoluto! Ho pensato, dopo aver letto le prime dieci pagine.
Si tratta di una raccolta di tre romanzi brevi uniti dalla continuità dei personaggi, dalle ambientazioni della provincia ravennate e dal tema delittuoso dove stavolta ad incombere, non solo sulle vittime ma su chiunque, è la minaccia della malattia.
Il clima di disastro imminente dentro al quale si districano l’ispettore Cardona e il Commissario Righetti è descritto con grande aderenza alla realtà ed immediatezza e questo lo rende prossimo, ostile, incalzante.
I personaggi sono vicini, amabili, difettosi, malati, schizzati, eroici, silenziosi, arrabbiati, vittime e al tempo stesso carnefici di se stessi, resi quasi fisicamente dalla penna di uno scrittore straordinario, incisivo nel dialogo ed aggraziato nella descrizione dell’ambiente in cui sceglie di farli muovere.
Trame che non sbavano, mai pesanti, articolate al punto giusto e scattanti, che accelerano lentamente e poi sorprendono, trascinando fino alla soluzione del mistero con un colpo di reni finale.
“Ripercorre il corridoio soffuso di quella luce blu e fredda incontrando un’infermiera che, nel suo camice bianco che appare d’un azzurro di un altro pianeta, sembra un fantasma, o il personaggio di un film di fantascienza”
Tre romanzi brevi rombanti, che inquietano, muovono, capaci di scuotere l’animo fin nel profondo insinuandovi il male inteso nelle sue forme più incomprensibili e inesorabili.
La riviera romagnola diventa il set di una serie di omicidi da film dell’orrore, con tanto di trapano e materia grigia che fuoriesce.
La solitudine, la malinconia, la depressione fanno da strepitoso e geniale contrasto con un posto che nell’immaginario collettivo viene associato allo svago e alla distrazione.
Per chiunque abbia voglia di tenersi stretto ai braccioli della poltrona da lettura e provare qualche bel brivido freddo anche adesso che le temperature si fanno più miti… beh, io Tre mani nel buio lo consiglio davvero tanto, e lo consiglio davvero tanto anche a chi abbia voglia di dissetarsi con un po’ di buona letteratura, quella che dà soddisfazione, indipendentemente dal genere che tratta, perché Eraldo Baldini è uno scrittore di prima categoria e ancora una volta ne dà conferma.
Devi accedere per postare un commento.