Quasi un reperto archeologico

Riemergo, fiera, dalle mie occupazioni – anche letterarie – per mostrare, a chiunque stia leggendo, una delle introvabili copie di “Premesse a Cassandra” di Christa Wolf (libro superbo ed importante – su questo blog trovate la mia recensione).

Ecco, volevo dirlo: ora, dopo mille peripezie, si trova nelle mie mani. 
È del 1984, edizioni e/o, ha quasi la mia età e una copertina di cartoncino rosa consumata agli angoli. A troneggiare, sopra le grosse lettere dai caratteri anticheggianti del titolo, c’è lei: “La Parisienne” che presta da secoli il suo volto alla nostra immaginazione, incarnando il prototipo femminile della civiltà Minoica – forse si trattava di una sacerdotessa, forse di una dea.

Inutile descrivere oltre la gioia che provo nel poterne avere un esemplare tutto per me. 
Così, catturati da immagini soavi e senza sospettare che molto probabilmente esse sono frutto di errori – ispirati da archeologi che di tali errori avevano bisogno quanto il loro pubblico; vedendo ciò che vogliamo vedere, vaghiamo tra le rovine di Cnosso e di Festo; sostiamo nel lembo meridionale dell’isola, nella baia di Mátala, dove finalmente vediamo coi nostri occhi l’azzurro del cielo mutarsi in quello del mare e cominciamo a dimenticare il colore del cielo del nord”