I ragazzi di Cota Street – Melissa Anne Peterson

Ci sono dei luoghi che più di altri evocano la disperazione, il disagio sociale, la violenza e tutta la forza primitiva che sottostà alle leggi della sopravvivenza umana. Ed è in uno di questi luoghi che Melissa Anne Peterson decide di ambientare il suo primo romanzo: a David, una cittadina boschiva del Montana. Il padre di Vera Violet è un boscaiolo che, come tanti altri, ha perso il lavoro. La disoccupazione portata dalla globalizzazione è un cancro in continua espansione. Nella comunità cittadina i ragazzi dei sobborghi sono la minoranza etnica: famiglie che discendono da irlandesi immigrati, per sempre segnate dal marchio del disprezzo. Non esiste redenzione per queste vite, cresciute come erbe infestanti ai margini delle strade, immerse in una perdizione sconfinata, maturate nella consapevolezza della sconfitta, qualsiasi sforzo si compia.

Da questa presa di coscienza il romanzo prende forma, una forma frammentata, fatta di incisi, lapidari come i sassi scuri su cui sorgono le case malridotte in cui queste nuove generazioni si crescono da sole; una forma mista, come le associazioni allucinate di chi emerge dai ricordi per prendere respiro e mischia i flashback al presente.

Vera Violet è fuggita, ha caricato la macchina e si è diretta a St. Louis, ha trovato lavoro come insegnante di sostegno in una scuola elementare e ha lasciato che la sofferenza defluisse e iniziasse a spiegarsi. Nel silenzio del suo appartamento le storie dei tanti amici si snodano tortuose. La devastazione ha contaminato tutti, Annie, Jimmy James, Colin. Annie è stata la migliore amica, afflitta da un dolore mentale e fisico imperscrutabile, avvolta dalle fiamme della violenza familiare, Jimmy James è stato l’amore più grande, stretto a lei da un patto di sangue, nicchia segreta dove combaciare, Colin il fratello protettivo, stremato dai tragici abbandoni affettivi, mosso da una speranza illogica: tutti finiti a vario titolo nel maledetto giro della tossicodipendenza e dello spaccio, andato a compensare la pochezza dei salari guadagnati in un fast-food. Sono storie di vite interrotte, le loro, iniziate già recise, irredimibili, insanguinate, fatte a pezzi, lasciate a morire nel fango o sui gradini di casa, le ossa rotte, le colpe a scivolare veloci da una mano all’altra, come dannati testimoni di una staffetta dove il carnefice coincide con la vittima.

«La disperazione ci entrava dalla suola delle scarpe dopo una dura giornata. La inghiottivamo insieme alla birra. Era dappertutto, in ogni tavola e in ogni foglio di cartongesso, in ogni lembo di tappeto consunto, in ogni granello di polvere e in ogni sogno sconfitto»

È dunque dalle profondità del limo in cui affondano da quando sono nati, sferzati dalle piogge incessanti di una vita che non dà loro riparo, che I ragazzi di Cota Street innalzano, vigorosi, lucidi di sudore e rabbia, insuperabili dentro ai loro vent’anni, eroici e oscuri il loro bestiale grido di vita alle stelle, un richiamo che Melissa Anne Peterson accoglie con forza nelle sue pagine.